Ormai lo sappiamo, non passa giorno che non si riceva una richiesta via WhatsApp, Messenger o mail per sostenere qualcuno, qualche causa, gruppo, etnia, persone o animali in difficoltà, in questo ultimo periodo poi vengono generate ad un ritmo incessante, come facciamo a districarci?
Iniziamo dalle basi:
VERIFICHIAMO LA FONTE: come per qualsiasi notizia, la prima cosa da controllare è il mittente. Nessun sito istituzionale utilizzerà mai le catene per dare evidenza della notizia, ha a sua disposizione i canali ufficiali – sito, televisione, radio, quotidiani, ecc. Arriva da Paesi lontani ed è scritto in italiacano? Sicuramente hanno usato Google Translate, dubitate!
LA FORMA: testi in italiano approssimativo, punteggiatura non appropriata, caratteri di testo colorati, in grassetto, mille punti esclamativi e via discorrendo, sono evidenza di una comunicazione scritta da persone non professioniste. Oggi purtroppo si continua a pensare che visto che tanto passiamo tutta la giornata su Facebook, tutti siamo capaci di fare i comunicatori e i Social Media Manager, cioè quelle persone che dopo anni di studio e lavoro, sanno come utilizzare i Social in maniera corretta; parliamo di diverse figure professionali che vanno dai giornalisti ai grafici ai programmatori, e nessuno di loro, credetemi, utilizzerà colori, grassetto, punti esclamativi, fiori e cuoricioni tutti insieme in un post.
Come diciamo noi addetti ai lavori: per ogni volta che si usa il COLORE IN GRASSETTO in un post o il cliente si affida al CUGGINO, una fatina muore!
P.s.: dicasi CUGGINO l’amico, il nipote, il vicino di casa, chicchessia, che tutto sa ma anche no!
Elio e le Storie Tese ne hanno fatto anche una canzone, andate a cercarla!
“…Mi ha detto mio cuggino che una volta si è schiantato con la moto,
Mi ha detto mio cuggino che poi si è tolto il casco e si è aperta la testa.
Mi ha detto mio cuggino che una volta ha trovato in spiaggia un cane e
Invece era un topo, mio cuggino mio cuggino…”
IL CONTENUTO: nel mondo ci sarà sempre qualcuno al quale possiamo dare una mano, l’importante è che ci sia una scala di valori e priorità, insieme all’etica.
Micro gruppi etnici in sperdute parti del mondo bisognosi di aiuto? Sicuramente ci sono, ma siamo certi che l’aiuto richiesto arriverà proprio a loro oppure, dato che non potremo mai controllare, finisca in altre mani?
Bambini abbandonati, animali maltrattati, boschi inquinati, rimedi e/o medicine miracolose, nuove malizie adottate dai ladri, necessità di sangue del gruppo X YZ, continuo?
La tecnica è quella di far leva sul buon cuore di chi legge e sfruttare l’onda emotiva scatenata per indurlo a donare o condividere il messaggio.
Vi sto dicendo di diventare cinici ed insensibili? No, sto soltanto dicendo di contare fino a 10, rileggere attentamente il messaggio e informarvi correttamente prima di decidere se procedere o cestinare.
Se vogliamo veramente aiutare qualcuno, i modi ci sono e faremo del bene anche a noi.
LINK: attendiamo ad aprire il link che ci arriva da una catena, verifichiamo i passi precedenti, contiamo fino a 10 e poi lasciamo stare, potrebbe contenere un virus!
WHATSAPP CI DA UNA MANO!
Nel tentativo di arginare la disinformazione sull’epidemia COVID-19 la piattaforma taglia da cinque a uno gli invii possibili dei contenuti virali. Purtroppo, la pandemia ha incrementato la fantasia dei bufalari, degli allarmisti e/o avvelenatori di notizie, fino a mettere in circolazione stupidaggini di ogni genere, se non vere e proprio truffe.
ADDIO finalmente alle catene di Sant’Antonio? Almeno ci si prova, di nuovo, con un provvedimento fortemente restrittivo. È stato infatti da poco annunciato che verrà limitato l’inoltro dei messaggi a un contatto per volta. Non sarà cioè più possibile prendere un singolo contenuto – un testo, una foto, un video – ricevuto da altre persone o pescato da un gruppo, dunque già inviato e rilanciarlo a cinque contatti, come possibile fino ad oggi. Si dovrà procedere uno per volta. Il tutto per rendere più complicata, o almeno disincentivare, la circolazione di bufale e imprecisioni, che spesso si nascondono proprio nelle catene che propongono messaggi virali.
Al momento, si riconoscono gli inoltri da una piccola icona di una doppia freccia, che ricorda un po’ quella delle e-mail e che sta appunto a indicare un contenuto ricevuto e rilanciato. Anche questa novità grafica è relativamente recente e serve a segnalare che non si tratta di un contenuto ex-novo ma preso, copiato ed inoltrato. Non si potrà più inviare a tante persone contemporaneamente lo stesso messaggio – prima si arrivava ad oltre 250 – ma ogni volta bisognerà ricominciare da capo.
Magari passa la voglia!
Non tutti gli inoltri sono bufale o catene, e WhatsApp ha dichiarato: “Ovviamente, non tutti i messaggi inoltrati contengono notizie false o contribuiscono alla disinformazione, molti utenti inoltrano informazioni utili, video divertenti, meme o riflessioni che ritengono significative. Di recente, WhatsApp è stata utilizzata anche per organizzare manifestazioni a sostegno degli operatori sanitari impegnati in prima linea. Tuttavia, abbiamo riscontrato un notevole incremento della quantità di messaggi inoltrati. Molti utenti ci hanno riferito di essere infastiditi da questi messaggi e di temere che possano contribuire alla diffusione di notizie false. Riteniamo pertanto che sia importante rallentare la propagazione di questi messaggi per mantenere WhatsApp un luogo dedicato alle conversazioni private”.
La chat di Mark Zuckerberg ha introdotto da poco in Italia un numero di telefono a cui poter inoltrare i contenuti dei quali si vuole richiedere una verifica – 345 6022504 – curato dall’organizzazione Pagella Politica, l’unico sito italiano dedicato interamente al fact-checking delle dichiarazioni dei politici – pagellapolitica.it/
Inoltre, pochi giorni fa è stato attivato un bot, cioè un’utenza automatica, in collaborazione con l’Organizzazione mondiale della sanità che raccoglie aggiornamenti ufficiali, indicazioni verificate e altre notizie attendibili. A quanto pare, è già stato consultato da più di 10 milioni di persone.
A questo link www.whatsapp.com/coronavirus trovate alcune indicazioni su come usare al meglio la chat e per sapere come segnalare potenziali bufale, notizie false e informazioni non verificate alle organizzazioni di fact-checking (verifica dei fatti, o verifica delle fonti).
Perché, alla fine, a noi le bufale piacciono solo per le mozzarelle!
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